
BIOGRAPHY
I MIEI SUONI
Correva l’anno…….. ed io sentivo suonare il pianoforte, vedevo le mani muoversi sulla tastiera ed i suoni che ne sgorgavano portavano alla luce i ricordi delle emozioni che in me sorgevano quando da piccolo mia madre faceva risuonare per casa, sul vecchio giradischi, le note di Bach e Scarlatti. Decisi così d’imparare a suonare il pianoforte: fui mandato a lezione da una insegnante Ucraina di nome Sonia Krukunietz.
Era un dolcissima signora molto anziana e minuta, che aveva studiato alla scuola di musica assieme a S. Richter. Sonia aveva due manine così piccole che riuscivano a fatica a prendere la settima, ma quando toccava il pianoforte le sue minuscole appendici si trasformavano miracolosamente in un immenso abbraccio alla tastiera, i suoni che creava dal vecchio Steinway gran coda (regalatogli da A. Cortot) si ammantavano di una magia ancora oggi indimenticabile. Sogni incancellabili, la mia anima, il mio pensiero, il mio corpo viaggiavano attraverso i suoni cavalcando le note che Sonia eseguiva, poi all’improvviso…... “Luca hai scritto le note sul quaderno di musica?”...... beh... veramente… rispondevo io, e Lei: “mi raccomando se no non impari a leggerle...” effettivamente io tornavo a casa da lezione e cercavo d’imitare quello che avevo sentito e visto ricavare da quelle meravigliose mani e mi dimenticavo (credo volutamente) di scrivere le note e così…… ancora adesso leggo malissimo la musica. Il ricordo delle sue mani, rimane ad oggi, una sensazione indelebile nella mia mente, che mai ho confessato a nessuno e forse oggi, per la prima volta, confesso a me stesso. Quando Sonia prendeva le mie dita, per farmi suonare, provavo un brivido, una corrente elettrica che mi attraversava tutto il corpo. Io mi sentivo in imbarazzo e mi chiedevo come potessi provare una simile sensazione con una persona tanto anziana, in fin dei conti mi dicevo: “ha più di settant'anni”. La cosa incredibile è che quando Sonia suonava provavo le stesse emozioni, così ho capito (a distanza di anni) come quella scossa, nulla avesse a che fare con sensazioni ormonali, ma fosse provocata dall’incredibile energia che le sue mani e la sua persona emanavano nel suonare. In fin dei conti sempre di amore si trattava.
Il grande insegnamento fu che le mani, il corpo, sono il mezzo e l’emanazione dei nostri sentimenti per la musica.
Contemporaneamente allo studio del pianoforte, sentivo ogni giorno più forte il bisogno di esprimere le mie emozioni tramite la scrittura musicale. Comincio a muovere i primi passi componendo ed eseguendo i miei primi pensieri musicali.
Passa qualche anno e la famiglia decise di iscrivermi al conservatorio, dicendomi: “è importante studiare nei luoghi riconosciuti dalla legge…” Un poco impaurito mi preparo all’esame di ammissione per il corso di pianoforte, decidendo di portare un brano da me composto. Quel fatidico giorno, finito di suonare, la commissione mi guarda e mi chiede: “a quale anno vuoi entrare?” Io, a mia volta li guardo con aria interrogativa e credo totalmente inebetita, loro dunque proseguono dicendomi che avrei potuto essere ammesso al 5° anno e mi chiedono dunque di eseguire gli studi ed i brani del programma ufficiale per convalidare l’ammissione.
Trasecolo, sempre avuto un pessimo rapporto con la burocrazia, non sapevo nemmeno esistesse un programma ufficiale... Provo dunque a suonare un preludio di Chopin e successivamente un preludio e fuga di Bach. Vengo gentilmente fermato, in quanto i brani non sono consoni al programma scolastico. Rimango frastornato e balbettando chiedo cosa posso o devo fare, mi guardano un poco stupiti, e mi propongono di iniziare dal terzo anno il corso di pianoforte in quanto, pur ravvisando le mie buone doti pianistiche, non sapevo nulla del programma ufficiale. In oltre, visto che suonavo cosi bene la mia musica, mi dissero che potevo iscrivermi anche a composizione. In quel attimo, risuonarono nella mia mente le parole di Sonia: “non studiare mai il pianoforte in Italia e sopra a tutto al conservatorio di Milano, perché rovinano i ragazzi...” Mai parole riaffiorate dall’inconscio furono più felici. Ringrazio, saluto la commissione e uscito dall’aula immediatamente m’iscrivo all’esame di ammissione al corso di composizione. Decidendo cosi che mai e poi mai il Conservatorio di Milano avrebbe avuto le mie mani…. In quel momento mi sentii un eroe...
...segue biografia artistica
Luca Fabbri nasce a Milano dove studia pianoforte con Sonia Krukunietz ed al Conservatorio “Giuseppe Verdi” Composizione con Bruno Zanolini, Musica Gregoriana e Rinascimentale con Giovanni Acciai e Composizione Elettronica con Riccardo Bianchini.
A 14 anni tiene il suo primo concerto pubblico eseguendo musiche proprie e di J. S. Bach.
Negli anni successivi si dedica alla ricerca sonora decidendo che le sue composizioni dovessero sempre partire da una ricerca timbrica o da un’invenzione sonora. In quegli anni ha la fortuna di preparare il diploma di Composizione Elettronica presso lo studio di fonologia della Rai di Milano avendo come supporto e maestro Marino Zuccheri. Parallelamente approfondisce le tematiche legate alla musica improvvisata ed esplora territori quali la musica popolare ed il jazz sia come solista che in varie formazioni.
Successivamente avrà l’onore di seguire dei corsi di perfezionamento con il M° Nicolò Castiglioni e con il M° Paolo Arata e i corsi tenuti da Gino Stefani sulla semiologia della musica.
Dal 1984, parallelamente alla sua attività di compositore, inizia la ricerca sulla psico-acustica che lo porterà nel 1989 a creare dei laboratori musicali presso le scuole materne ed elementari finalizzati alla riscoperta dell’esperienza sonora endouterina del bambino per accompagnarlo nella rivelazione del mondo sonoro e del linguaggio musicale come espressione di un significato simbolico la cui funzione è quella della rappresentazione dei propri sentimenti e quindi della propria vita emotiva.
Nel 1994 opera nel campo della musico-terapia (metodo G. Cremaschi), esperienza che gli permetterà di approfondire ed avvicinarsi alle tematiche della sofferenza e del dolore psichico e fisico nel bambino.
Sempre nel 1994 viene invitato a tenere delle conferenze-concerto sulla Musica Elettronica organizzate dalla “Gioventù Musicale Italiana” per le scuole medie italiane.
Dal 1996 collabora con l'artista intermediale italoargentina Carina Aprile creando musiche che vengono da lei eseguite in prima assoluta, come solista al pianoforte e in diverse formazioni. Inoltre si esibisce con lei in duo, a 4 mani, pianoforte e violino, 2 pianoforti, sintetizzatori e violino elettrico. Da questa collaborazione nasce un'intesa che crea un'inscindibile sinergia tra la musica di Luca Fabbri e l'arte visiva in movimento di Carina Aprile.
Nel 1998 fonda il gruppo musicale “Experimental Emotion” - “Il suono nasce e si sviluppa attraverso l’improvvisazione ricreandone l’emozione” che si avvale della collaborazione di Carina Aprile (immagini in movimento, pianoforte e violino elettrico) e Andrea Confalonieri (batteria acustica e percussioni elettroniche). L’idea nasce dalla possibilità di evocare, ritrovare il suono originario: “Urklang”. Con Experimental Emotion nasce un nuovo percorso che darà vita a concerti multimediali tramite la interazione interdipendente fra musica e immagini.
Le sue composizioni musicali si basano su una ricerca sonora che utilizza come matrice la creazione del suono ed il suo successivo inserimento in strutture formali che si sviluppano a partire dai medesimi elementi sonori, adottando come matrice espressiva gli elementi retorici ed arcaici del canto gregoriano. Crede conseguentemente che la forma debba sempre cercare nuovi contorni per permettere alle idee di proporsi nel loro habitat originario.
La sua attuale ricerca sta sviluppando e proponendo una nuova forma di scrittura dell’agogica musicale. Tale concezione è finalizzata alla possibilità che l’esecutore possa partecipare profondamente alla realizzazione esecutiva del brano musicale.
Compone musiche per diversi spettacoli teatrali tra i quali:
1989 Milano “Il Dono Magico” e “L’inverno” organizzati dal gruppo teatrale “Il giardino incantato” per il Comune di Milano.
1998 Milano “Clytemnestra…sospeso musicale a labbra viola” progetto teatrale per la regia di Mattia Sebastiano.
Sue composizioni sono state commissionate da diversi enti e festival tra i quali:
1984 La musica elettronica in Europa, Roma: “Mèta” per nastro magnetico e gruppo da camera.
1989 Teatro Alla Scala Stagione Ridotto dei palchi,
Milano: “Preludio N°1 sul Si b” per pianoforte.
1990 Società Umanitaria Rassegna Omaggio a Bach,
Milano: “Nachtempfunden” per pianoforte.
1991 Entr’Acte gruppo di Musica da Camera del Teatro Alla Scala di Milano, Orta: “Oktoechos”.
1998 Museo Civico di Storia Naturale celebrazione del 160° anniversario, Milano: “Conejo Dorico” per due pianoforti.
1999 Studio D'Ars rassegna "L'Alba, il giorno e la notte", Milano: "Al Caer la Luna" per violino elettrico e live electronics.
1999 Mu.Ba, Triennale di Milano: “Concert for MuBa” per coro e orchestra.
I suoi CD sono editi dalla casa discografica Ambiotic Records. Le copertine dei suoi CD sono realizzate dall'artista intermediale Carina Aprile e sue musiche sono scelte dalla stessa artista per la realizzazione di opere multimediali e videoarte:
2001 Provincia di Milano "Il dono magico" per il progetto multimediale "La Casa Tomada".
2012 Made Expo e 2015 Biennale Milano: "Tango y Ritmo" e "Amor Precis" per il video arte "La Città Ideale, spazio dell'anima"
2016 Verona Triennale dell'arte contemporanea: "Dies Lacrymorum" per il videoarte in omaggio alle vittime del Bataclan.
Parallelamente svolge attività didattica insegnando musica dal 1980 nelle Scuole Medie Statali prima e presso vari Istituti Civici Musicali poi, attività che abbandonerà dopo aver constatato l’impossibilità di sviluppare l’esperienza didattico-musicale nelle strutture ad oggi esistenti in Italia. Attualmente è docente fondatore della LCMusic & Art di Vigevano.